MOSTRA CARABINIERI     NEL TEMPO 

Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione di Pollenza (MC)

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IL MUSEO STORICO DELL'ARMA DEI CARABINIERI

Dopo aver parlato dell’Arma dei Carabinieri sotto il profilo storico, con cenni alle uniformi che fin dal 1814 hanno distinto la figura del Carabiniere, e  dell’attività istituzionale indirizzata alla salvaguardia dei cittadini anche nelle pubbliche calamità, e dopo aver descritto  alcuni reparti speciali come i “Corazzieri” nelle pubblicazioni degli anni scorsi; realizzate in occasione delle relative esposizioni di uniformi e cimeli storici, quest’anno ci sembra doveroso dare spazio alla descrizione del luogo depositario del patrimonio storico  e della tradizione dell’Arma: Il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri.

         Visitare il Museo Storico, seguendo il dinamico percorso delle sale espositive, certamente non è solo ammirare la raccolta dei preziosissimi Cimeli  e testimonianze storiche, ma è rimanere coinvolti in quella atmosfera silenziosa ed emotiva propria dei luoghi  austeri, ma nello stesso tempo carismatici.

Il patrimonio materiale e spirituale in esso contenuto è a disposizione dell’intera comunità, e chi si avvicina solo per curiosità  e per la prima volta al fascino dell’Arma  non può non emozionarsi  visitando le varie stanze.

          L’idea di istituire a Roma un luogo in cui raccogliere e salvaguardare materiale dell’Arma nacque agli inizi del 1900, ma a causa del verificarsi di gravi e continui eventi bellici, solo nel 1925, con Regio Decreto n. 2595, il Museo Storico fu istituito ed eretto ad ente morale. L’edificio che lo ospita, un piccolo ma armonioso palazzo costruito verso la fine dell’800 con la sua parte frontale rivestita in pietra sperone sino al secondo piano e caratterizzata da un grande bassorilievo realizzato dallo scultore Enrico Tabolini, che raffigura simboli militari tratti in prevalenza dall’uniforme e dall’armamento dei Carabinieri, si slancia armonioso in Piazza  Risorgimento.

L’inaugurazione ufficiale avvenne il 6 giugno del 1937 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Il percorso espositivo si disloca su due piani. Al piano terra fa gli onori di casa il salone che custodisce le bandiere di guerra dell’Arma e il Sacrario, luogo suggestivo in cui i Carabinieri ricordano i loro caduti  in quasi due secoli di obbedienza e abnegazione, che custodisce i  medaglieri. Salendo al primo piano, in ordine cronologico, si può visitare la sala delle origini dell’Arma (1814). Qui le vetrine soffusamente illuminate,studiate in una forma funzionale ed elegante, con ripiani mobili in cristallo sorretti da fili metallici d’acciaio tali da offrire una visione completa, ospitano le “Regie Patenti” costitutive del Corpo, disposte a corona intorno al busto bronzeo del fondatore, le prime sciabole, la prima uniforme di colore turchino scuro con alamari d’argento, la prima pistola a pietra focaia modello 1814, la sciabola da cavalleria appartenuta al carabiniere Giovanni Battista Scapaccino caduto durante i moti repubblicani mazziniani, al quale è stata concessa alla memoria la prima medaglia d’Oro al Valore Militare dell’Esercito Italiano,nonché numerosi ed importanti documenti. Nella sala successiva, l’occhio viene subito attratto dalle uniformi indossate durante le guerre d’Indipendenza. Tutti i capi sono originali e ben conservati. Tra i numerosi documenti, un passaporto sardo e un lasciapassare parmense, intestati al tenente Giuseppe Formenti,  viaggiatore in incognito per missioni speciali.

Nella sala riservata al Regno d’Italia, troviamo documenti inerenti a Mazzini e Garibaldi, con il quale l’Arma ebbe rapporti non facili. Infatti i Carabinieri dovettero arrestare l’Eroe dei due Mondi per tre volte. La vetrina centrale è dedicata alla repressione del brigantaggio e in particolare  al capitano  Chiaffredo Bergia, uno dei  grandi eroi pluridecorati dell’Arma, con la sua uniforme, le decorazioni e la sciabola.  Le uniformi  e le armi sono contenute in una lunga sala, dove nelle vetrine si possono ammirare composizioni  di uniformi e copricapo. Tra i vari copricapo, l’elmetto con “aigrette” appartenuto al comandante generale Azolino Hazon. Da notare, infine, il fucile francese Chassepot, che tanto disastro produsse nelle file garibaldine a Mentana. Completano la visita del primo piano le sale espositive che accolgono le memorie delle due guerre Mondiali e della guerra d’Etiopia. Tra i cimeli più interessanti, il moschetto Metterli modello 1870 ed una giubba con  colbacco in dotazione ai carabinieri reclutati nell’isola di Rodi. Nelle vetrine che riguardano la prima guerra mondiale è da ammirare l’uniforme del capitano Cabruna,  “pioniere” dell’aviazione,il fucile austriaco modello 1888 e la pistola mitragliatrice italiana Villar Perosa modello 1915, la prima arma automatica individuale nella storia degli eserciti.In alcuni pannelli sono esposti degli scritti di Gabriele D’Annunzio, copia dei quali sono stati esposti a Pollenza nella mostra di Cimeli Storici dell’anno 2000.

Numerosi dipinti ricordano le gesta eroiche compiute dai Carabinieri durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. I 2735 caduti in venti mesi di guerra vengono ricordati simbolicamente dal Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto che a Palidoro nel settembre del 1943 offrì la propria vita in cambio di quella di 22 ostaggi. Nelle vetrine figurano delle uniformi originali grigioverde e armi di ogni  tipo, tra le quali la pistola mitragliatrice tedesca MP40 e la famosa Walter P38.

Nelle quattro stanze del piano terra, sono contenuti documenti, uniformi e armi dell’epoca contemporanea, dove anche l’arma dei Carabinieri, sensibile alle attese dei cittadini che la chiamano a fronteggiare nuove ed efferate organizzazioni criminali, ha subito un significato mutamento, adeguandosi con uomini e mezzi alle situazioni da affrontare, ma rimanendo sempre fedele ai valori sui quali ha costruito le sua fondamenta. Ci sono vetrine riservate ai reparti speciali , ai gruppi sportivi e ai corazzieri. La fornitissima e consultabile biblioteca con la sala multivisione conclude il percorso formativo e culturale. Naturalmente quanto accennato è solo una piccola parte di quanto contenuto nel “Museo Storico”, e solamente una visita  approfondita del luogo, con la guida dei bravissimi e disponibilissimi Carabinieri custodi de Museo e delle gesta dell’Arma, può aiutarci a capire quanta obbedienza e  amore per la patria c’è stata in quasi 200 anni di Storia.

 Franco Mogetta

 Noi con la nostra mostra abbiamo cercato di riprodurre in piccolo le stesse condizioni ed emozioni, naturalmente tutto questo è stato possibile con l'aiuto fondamentale del personale del Museo Storico, che ci hanno gentilmente fornito sia il materiale che il supporto tecnico, ringraziando tutti ricordiamo il Generale Umberto Rocca M.O.V.M. - Direttore del Museo, il M.llo Mario Mariani, il Brig. Massimo Figliè e il Brig. Giuseppe Marinaro

Uniforme gentilmente fornite dal Museo Storico dell'Arma per la nostra Mostra 2002

 

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